Istituto dei ciechi di Milano
L’ideazione dell’Istituto risale al lontano 1836 e ha un nome: Michele Barozzi. Il Barozzi iniziò il suo incarico presso la “Pia Casa di Industria” sita in Via S. Vincenzo, organizzando un reparto per i non vedenti. Il nascente Istituto trovò nei Conti Mondolfo i suoi principali benefattori, essi acquistarono spazi presso Porta Nuova, ove l’Istituto si trasferì. Niente era più comunicativo, infatti, della bontà nel mondo milanese dell’800. Era dunque naturale che il suo esempio facesse non pochi proseliti.
Nel 1864, l’Istituto di Milano aveva adottato, primo in Italia, l’alfabeto “Braille”, destinato ad assumere una così grande importanza nella istruzione dei ciechi. Il 12 ottobre del 1892 l’Istituto lasciava la sede di Porta Nuova per quella definitiva di via Vivaio. “Così, senza un piano prestabilito”, è scritto in un opuscolo uscito proprio alla vigilia della prima guerra mondiale, “ma per nativa espansione di un’idea che parve santa, l’idea dei ciechi aveva fatto il suo buon cammino. Anche in questo, Milano si era messa alla testa delle altre città d’Italia. E sorgerà l’Asilo per i bambini ciechi in quanto era indispensabile avere una scuola materna, preparatoria.
La sede dell’Istituto dei Ciechi fu progettata dall’Arch. Giuseppe Pirovano e edificata in seguito ad un importante lascito. La costruzione, inaugurata il 3 novembre 1892, è sorta con lo scopo di ospitare i fanciulli non vedenti e curare la loro istruzione. Nel 1925 l’Istituto realizzerà il pensionato Casa Famiglia. Nel 1926 l’Istituto dei Ciechi è dichiarato Istituto Scolastico ed è posto alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1933 le Scuole elementari vengono parificate. Nel 1939 vede l’istituzione della Scuola di Avviamento Professionale per ciechi: essa assorbe il laboratorio di vimini, la falegnameria e il maglificio.
La minaccia dei bombardamenti, durante la seconda guerra mondiale, consiglia lo sfollamento che si effettua con l’inizio del 1943. Nel 1946 l’Istituto riapre le porte alla propria comunità, l’anno successivo la sede riprende la sua vita normale. Negli ultimi decenni molti cambiamenti sono intervenuti a ridare nuovo impulso all’operato dell’Istituto orientando le scelte verso nuovi servizi più aderenti ai moderni concetti di assistenza e di educazione. È questa, in sintesi, la storia di una Istituzione che ormai è entrata nel cuore dei milanesi e che si impone all’ammirazione di tutto il Paese. È la storia di una istituzione che dal 1840 continua ad operare per il bene dei ciechi.